Unità Cinofile SICS Liguria

Intervista al Presidente SICS Liguria  – Costantino Laurenzano a cura di Chiara Redaelli Spreafico

Costantino Laurenzano e Sky

 

Potrebbe spiegare ai nostri lettori che cosa significa il termine “unità cinofila”?

Con unità cinofila si intende il binomio formato da un cane e dal suo conduttore.

Quando è nata la sezione SICS Liguria Vela? Può farmi una breve storia? Da quanto tempo lei svolge questa attività?

La sezione Vela Liguria nasce undici anni fa; aveva come presidente Simone Galbiati, milanese, a cui il Presidente Nazionale Ferruccio Pilenga aveva affidato il compito di formare le prime unità cinofile liguri di salvataggio in mare. La sede era nei famosi Baubau Village di Albissola Marina, primi bagni in Italia dedicati ai cani.

Nel 2012 avvenne il mio approccio alla scuola con una decina di altri allievi;

ci bastò un anno per giungere al brevetto di salvataggio e formare la prima vera squadra operativa ligure, che si distinse per varie esercitazioni e manifestazioni con la Guardia Costiera e i Vigili del fuoco, fino ad arrivare a diverse conferenze nelle scuole liguri, con la Guardia Costiera, per diffondere nei bambini il culto della salvaguardia del mare. Nel 2018 ho raggiunto il mio primo step come aiuto istruttore. Nel 2019, tutte le domeniche di giugno, luglio e agosto sono stato presente per la vigilanza sulle spiagge libere di Riva Trigoso, in collaborazione con il comune di Sestri Levante e la Capitaneria di Riva; nello stesso anno è avvenuto il mio passaggio a istruttore nazionale. Il 2020 ha portato la mia presidenza della SICS Liguria e, nonostante tutte le problematiche derivate dal covid19, tutte le domeniche di luglio e agosto noi unità cinofile abbiamo svolto la vigilanza su due spiagge libere di Albissola Marina (nostra sede) in collaborazione con il comune.Quest’anno, nonostante il ritardo dovuto al covid 19, tutta la squadra operativa, composta da circa 20 unità cinofile, è pronta. Brevetteremo inoltre una decina di nuove unità cinofile.

Presidente Costantino Laurenzano e Vice Presidente Mauro Carraffa

 

Quali caratteristiche deve avere un cane per poter accedere alla scuola di formazione? Ci sono delle razze più predisposte?

Le razze più predisposte naturalmente sono labrador, golden e terranova ma qualsiasi cane di almeno 20 kg può essere idoneo.

Costantino Laurenzano e Sky

 

Che percorso formativo deve seguire un cane per poter diventare operativo in azioni di soccorso?

Il percorso formativo per arrivare al brevetto dura circa un anno e mezzo, periodo durante il quale cane e conduttore si addestrano a diventare una unità cinoflia, incominciando da un lavoro a terra di obbedienza per finire in acqua .

Ogni sezione ha una sua scuola di formazione? Qual è il metodo che viene applicato affinché si crei un’affinità tra conduttore e cane? Qual è il linguaggio usato: quello del gioco?

Di fatto la formazione è uguale per tutte le sezioni, si incomincia usando il gioco senza nessuna forzatura per poi sfruttare le doti naturali dei cani; ciò porta ad una perfetta sintonia dei due membri.

 

Come si orienta il cane in una situazione di mare molto mosso e con differenti correnti? Come riesce a trovare la via più veloce per tornare a riva e non essere  al contrario spinto in mare aperto?

Cani esperti e abituati al moto ondoso (come lo sono i nostri che si addestrano in qualsiasi condizione di mare) sfruttano il loro istinto che li fa seguire solo le correnti che li riportano a riva. Questo avviene senza problemi, anche se il cane si spinge molto lontano dal punto d’ingresso.

 

Costantino Laurenzano e Sky

Vi è capitato di realizzare un salvataggio con il sussidio dell’elicottero?

L’uso dell’elicottero con il lancio del cane e del conduttore è in uso dalla SICS in Europa e forse nel mondo; nel mio caso è stato usato solo come addestramento. Vi posso assicurare che riempie di orgoglio

(per l’affiatamento ottenuto) vedere il proprio cane lanciarsi dietro di te da 3- 4 metri d’altezza, senza nessuna paura, fidandosi ciecamente di te, per portare aiuto a persone in difficoltà.

Che consiglio vorrebbe dare alle persone che vorrebbero svolgere questa attività?

Un consiglio che posso dare alle nuove leve è quello di prendere sul serio questa attività perché ci sono in ballo grosse responsabilità sia individuali che verso il prossimo e di rispettare alcune priorità in caso di salvataggio: la vita del cane, la tua vita, la vita della persona in difficoltà.

Come dice il Presidente Nazionale Ferruccio Pilenga: “Andiamo dove ci porta il vento come vecchi marinai insieme ai nostri cani”

Costantino Laurenzano con Sky, Brad (di Paola Siri) e Tata (di Mauro Carraffa)

 


 

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La lingua dei segni – Peggy

La lingua dei segni

«Da quando Peggy, a otto anni ha perso l’udito, la sua vita è cambiata.»
«Peggy, il collie di tua figlia?»
«Il suo vecchio proprietario non ci ha pensato più tanto e l’ha abbandonata.»
«Credevo che fosse stata presa in un canile.»
«No, è una storia incredibile. Sai che mia figlia vive nel Galles, vero? Visto che non si fa mancare niente, tra le altre cose fa volontariato alla Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, un ente di beneficenza che opera da duecento anni in Gran Bretagna nato per promuovere il benessere degli animali.»
«Là sono sempre stati più avanti di noi nel welfare…»
«Verissimo. Peggy era finita proprio in quell’associazione che si occupa di animali feriti.»
«È stata abbandonata, perché ferita?»
«No, aveva perso l’udito e così aveva dovuto rinunciare al lavoro in una fattoria, che tanto amava.»
«Povera cucciolona! Il suo proprietario però non ha avuto un gran cuore.»
«Peggy ha incontrato mia figlia, però, che l’ha adottata e così ha avuto un’altra possibilità.»
«Che storia!»
«Il suocero di mia figlia è un pastore e così tutti loro hanno iniziato il lungo percorso per insegnare a Peggy a comprendere segni manuali anziché comandi vocali.»
«E come hanno fatto?»
«Usando rinforzi ripetitivi e positivi. Invece di abbinare un comando verbale a un’azione, hanno associato un gesto della mano. Il pollice in su, per esempio, per dirle ‘brava’ e cose del genere.»
«Chissà quanto tempo ci sarà voluto!»
«Eh sì: tempo per capire il linguaggio dei segni e tempo per fidarsi e lasciarsi andare all’amore della sua nuova famiglia.»
«Quindi Peggy potrebbe di nuovo lavorare…»
«Certo, e infatti lo fa, diciamo part time… con gli altri due cani di casa.»
«Immagino che giochi, nel resto del tempo.»
«Ovviamente. Pensa che quando arriva quel momento, deve indossare un localizzatore Gps perché, mentre corre felice, si allontana e non sente i proprietari che la chiamano…»
«È bellissimo pensare alla nuova prospettiva di vita di Peggy.»
«Bisogna sapere che anche a un vecchio cane si possono insegnare cose nuove. Mia figlia la adora e Peggy si gode la sua nuova esistenza. Mai perdere la speranza.»

 

Cfr. Liberamente ispirato all’articolo di Monica Coviello, Peggy, il cane pastore sordo che ha imparato la lingua dei segni, pubblicato sull’edizione on line di Vanity Fair (18 aprile 2021). Esistono molte storie simili a quella narrata. Quella di Sailor, per esempio, un cagnolone sordo dagli occhi azzurri, che dopo un passato da randagio ha trovato finalmente qualcuno che parla la sua stessa lingua (imparata alla Best Friends Animal Society di Atlanta, dove ha iniziato a reagire ai comandi della lingua dei segni).

La carica dei 101.

La carica dei 101.

“Questa sera che storia mi racconti?” chiese la bimba al nonno.
“Oggi sono stanco e poi non ne ricordo altre … – disse il nonno cercando di giustificarsi, ma in fondo, pur essendo esausto, gli faceva piacere di ringiovanire così.
“Però la storia la voglio bella – disse la piccola – quella del lupo nero che uscito dal bosco mangia gli agnellini non la voglio sentire più perché mi fa paura. E se il lupo si nasconde nel mio armadio dei giochi?”

Pongo e Peggy, due splendidi dalmata bianchi e neri, vivevano in una splendida casa di campagna coccolati dai loro padroni: Anita e Rudy. Un bel giorno Peggy diede alla luce quindici cuccioli con grande gioia di tutta la famiglia e la notizia si sparse in tutto il vicinato. Anche la famosa Crudelia De Mon venne a curiosare in casa di Anita.
“Chi è quella lì? – si chiese Pongo – non mi piace per niente.”
“Oh! Carissima … “disse la nuova venuta.
“Sono felice di vederti! Hai una nuova pettinatura! E uno splendido trucco!” ribadì la padrona di casa.
Si misero a parlare tra loro, ma presto la conversazione scivolò sulla cucciolata che rumoreggiava in giardino e nella sala.
“Che meraviglia, che morbidezza – disse Crudelia accarezzandoli – ne potrei ricavare una bella pelliccia per me. Basta, voglio avere tutti quei cuccioli, a qualunque prezzo.”
“Ma, sei impazzita?”ribattè Anita.
“Poi i cuccioli non sono in vendita!” confermò Rudy con voce decisa.
A questo punto Crudelia si alzò con aria di sufficienza e andò via senza salutare perché aveva già in mente cosa fare: alcuni giorni dopo incaricò due mascalzoni che rubarono di notte l’intera cucciolata.
Pongo e Peggy erano disperati e la notizia del misfatto si sparse subito anche nella cerchia degli animali del rione.
“Non sia mai detto! – sentenziò un vecchio cane che sembrava avere una grande autorità – dobbiamo organizzarci per ritrovare i cuccioli prima che sia troppo tardi.”
“Sì, ma come si fa?” disse un altro dal muso indolente.
“Ho trovato – disse Ringhio – c’è Rex, è un po’ vecchio, ma il suo naso è ancora portentoso e ci porterà dove sono nascosti i cuccioli.”
“Bravo, mi sembra un’ idea giusta – fece il capo, che tutti chiamavano il Colonnello – vai a cercarlo e che venga qui subito.”
In pochi minuti la squadra era al completo e Ringhio era tutto contento che la sua idea avesse avuto successo. Fortunatamente i cuccioli dalmata non erano lontani e fu facile trovarli nel castello di Crudelia; Ringhio senza troppi complimenti mise in fuga i due mascalzoni, riportando così i cuccioli nelle braccia di Pongo e Peggy che seguivano con apprensione.
“Che gioia!” disse Peggy.
“Che belli – rispose Pongo – Ma …? Scusami, i nostri erano quindici, come mai sono diventati novantanove?”
“Ma è chiaro, per fare una pelliccia non bastano quindici cani!” sentenziò il Colonnello.
“Ma è mai possibile?” Continuava a dire Peggy sconvolta.
“Adesso dobbiamo scappare verso casa prima che ci vengano a cercare” ordinò il Colonnello.
In effetti Crudelia, appena si fu resa conto dell’accaduto, in preda ad una crisi isterica, stava organizzando una caccia al dalmata.
“Ragazzi, non possiamo passare inosservati!” commentò Bobby, un pastore australiano fanatico dell’ordine e della disciplina, che cercava di coordinare la marcia di quella combriccola di cucciolotti.
“Là, vicino al forno del pane c’è un mucchio di fuliggine; voi dalmata rotolatevi dentro, così diventerete tutti neri e nessuno vi riconoscerà.”
Ai piccoli non parve vero di sporcarsi dalla testa ai piedi, ma così, anche i più paurosi e titubanti, erano diventati tutti neri da far paura.
Crudelia intanto a bordo della sua auto, guidava l’inseguimento lungo una strada tortuosa.
“Chi credete di prendere in giro? Ho capito benissimo che siete i miei dalmata, tutti sporcati. Mi avete rovinato le pelli per la mia pelliccia!”
Così, guidando all’ impazzata in preda alla solita crisi isterica, ad una curva perse il controllo dell’auto e finì contro un paracarro. Nello scontro picchiò il viso sul volante e il naso cominciò a sanguinare, mescolandosi col rossetto ed il rimmel.

Intanto Rudy e Anita cercavano di festeggiare la vigilia di Natale, malgrado la grande tristezza.
Ad un tratto Rudy fece silenzio:
“Mi sembra di sentire dei cani che abbaiano.”
“Ma no, non è possibile, sarà qualche cane spaventato dai fuochi d’ artificio” rispose sua moglie.
L’ abbaiare era talmente forte che Rudy aprì la finestra e vide una moltitudine di cani che aveva invaso il loro giardino; qualcuno si rotolava nella neve, altri si scrollavano la fuliggine dal pelo.
“Ma guarda, sono i dalmata!” esclamò Anita.
Uno di questi si avvicinò ai pantaloni di Rudy annusandoli per bene.
“Questo è Pongo!”
“I nostri cuccioli erano solo quindici, tutti questi sono ottantaquattro in più!”
“Non importa, il nostro giardino è abbastanza grande anche per tutti i 101 dalmata.

La nipotina questa volta era rimasta sveglia per tutto il tempo e non dormiva ancora.
“Siamo sicuri che quella cattiva Crudelia si sia fatta veramente male nello scontro?
“Sì, sì, tanto male” rispose il nonno.
“Sei proprio sicuro?”
“Certamente; anzi, Crudelia, dopo quei fatti, lasciò il suo castello e non si fece più vedere nel paese.

Liberamente tratto da “La carica dei 101” un cartone animato della Walt Disney del 1961, che ottenne un notevole successo anche per la rappresentazione grafica e la felice caratterizzazione degli animali.

Vanno in pensione i due “cani-pompiere” Dana e Kira, in 11 anni molti interventi di salvataggio

Vi proponiamo un bellissimo articolo comparso su lastampa.it

Vanno in pensione i due “cani-pompiere” Dana e Kira, in 11 anni molti interventi di salvataggio

È arrivata l’ora della pensione, per sopraggiunti limiti di età, per Dana e Kira, due “pompieri” a quattro zampe in servizio presso il Nucleo cinofili dei vigili del fuoco dell’Umbria, per un lungo periodo al comando di Terni. Dana, un esemplare di labrador, e Kira, un border collie, hanno iniziato la carriera nel corpo nel 2010, e dopo un lungo periodo di addestramento, sono diventate operative nel 2012.

 

Vanno in pensione i due “cani-pompiere” Dana e Kira, in 11 anni molti interventi di salvataggio

 

Per 11 anni – spiegano dal comando di Terni – hanno partecipato a moltissimi interventi di salvataggio. Dana, condotta dal vigile Gabriele Bianchini, e Kira, dal vigile Matteo Ciculi, hanno partecipato inoltre a molte ricerche di persone e, soprattutto, sono state impegnate nelle operazioni di salvataggio negli ultimi terremoti del centro Italia, fiutando la presenza di vite umane tra le macerie.

 

Vanno in pensione i due “cani-pompiere” Dana e Kira, in 11 anni molti interventi di salvataggio

 

Si tratta di due cani di proprietà che quindi ora trascorreranno tutto il loro tempo con le rispettive famiglie.

 

 

Tratto da lastampa.it

 

Adotta Maggio

Adotta Maggio

Lui è Maggio , un Meticcio di 9 anni.

Taglia media, vaccinato, chippato, castrato
Va d’accordo con i cani femmine, con i maschi va a simpatia
Maggio ha un solo occhietto ma questo non gli preclude una vita normalissima
(da quello che ha ci vede benissimo)

  •  Struttura ospitale : Associazione Arca dei cani. odv
    Persona di riferimento: Simona

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