Dott.ssa Francesca Mugnai
Direttrice Scientifica Centro di Ricerca Antropozoa
1) Quando nasce e di cosa si occupa l’Associazione Antropozoa?
L’Associazione Antropozoa nasce oltre 25 anni fa con l’obiettivo di promuovere e realizzare Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) in ambito sanitario, educativo e sociale. Il suo approccio si basa su un modello etologico-relazionale che valorizza il benessere sia della persona sia dell’animale coinvolto, promuovendo la relazione uomo-animale come risorsa terapeutica, educativa e di cura.
Collabora sia nel panorama regionale che extraregionale con strutture pubbliche e private. Il gruppo Antropozoa è costituito e collabora attivamente con professionisti specializzati con conoscenza ed esperienza nel campo delle scienze psicologiche educative e riabilitative e specialisti del mondo animale. È l’unica associazione in Italia a lavorare in modo costante e continuativo in una struttura sanitaria pubblica, l’AOU pediatrica Meyer di Firenze.
2) Come è organizzata la vostra attività presso l’Ospedale pediatrico di Firenze?
Antropozoa è attiva presso l’AOU Meyer di Firenze da oltre 20 anni: grazie al sostegno della Fondazione Meyer, i cani entrano in tutti i reparti, anche i più delicati come l’oncoematologia e la rianimazione. Lavora anche in altri ospedali. Gli IAA sono parte integrante del protocollo di cura e questa collaborazione è stata pioneristica, contribuendo a scrivere la storia della pet therapy nelle strutture sanitarie in Italia e non solo.
Ogni giorno l’équipe composta dal cane e dall’operatore entra nell’ospedale e, su indicazione di medici e infermieri, opera in interventi personalizzati sulle necessità del paziente che vengono poi monitorati nel tempo sempre con l’ausilio di un team multidisciplinare. Gli interventi sono dunque parte integrante dei percorsi di cura e avvengono in sinergia con il personale dell’ospedale, in un intervento ormai diventato sistemico.
3) Oltre che in ambito pediatrico dove svolgete la vostra attività di IAA?
Oltre all’ambito pediatrico, operiamo in contesti socio-educativi, scolastici, residenze per anziani, comunità terapeutiche e centri per la disabilità, carceri e scuole. Gli IAA vengono calibrati sui bisogni specifici di chi ne beneficia, costantemente monitorati, adattati e inseriti in progetti strutturati, con finalità educative, riabilitative o terapeutiche, sempre in stretta collaborazione con le realtà con cui ci troviamo a collaborare.
4) Ci parla della “Farm therapy”?
La “Farm Therapy” è una metodologia che integra la dimensione educativa e relazionale degli IAA con le attività della vita all’aria. In un contesto rurale, bambini e adulti possono sperimentare un contatto diretto con la natura, gli animali e i ritmi naturali, a cui purtroppo non siamo più abituati. È uno strumento efficace per favorire autonomia, consapevolezza corporea, gestione delle emozioni e relazioni significative, ma anche per accrescere l’autostima, stimolare l’indipendenza, avere benefici sia psicologici che fisici.
5) Il Centro di Ricerca Antropozoa nasce come una sezione dell’Associazione. Quando è stato fondato e di cosa si occupa?
Il Centro di Ricerca Antropozoa è stato fondato nel 2018 con l’obiettivo di sostenere e approfondire scientificamente la pratica degli IAA. Si occupa di ricerca clinica, formazione e divulgazione, in collaborazione con università, enti pubblici e privati. Membri esterni e collaborazioni internazionali supervisionano l’aspetto scientifico e fanno da garanti per un confronto di qualità e super partes.
Negli ultimi anni si sta concentrando sul punto di vista dell’animale, sul suo benessere fisico e mentale e sul fenomeno della zoonosi inversa, nonché sull’elaborazione del lutto del bambino e dell’adulto nella perdita del proprio animale domestico.
6) Come è composto il team che vi lavora?
Il team è multidisciplinare e comprende psicologi, medici, pedagogisti, educatori, veterinari, etologi e coadiutori dell’animale. È costituito da specialisti in ambito clinico e sanitario, del mondo animale e umano, nonché figure legate al mondo della filosofia, sociologia e antropologia vista l’origine e la complessità interdisciplinare della relazione uomo-animale. La formazione continua, il lavoro d’équipe e il confronto costante con le istituzioni sanitarie e accademiche garantiscono la qualità e l’efficacia degli interventi, nel rispetto delle Linee Guida Nazionali sugli IAA.
7) La divulgazione di un modello corretto di comportamento avviene anche attraverso pubblicazioni?
Sì, la divulgazione è parte integrante del nostro lavoro. Pubblicazioni scientifiche, articoli divulgativi, libri, manuali e materiali educativi, ma anche tesi universitarie che supportiamo nella ricerca e sviluppo, aiutano a diffondere una corretta cultura della relazione uomo-animale e dell’approccio etologico-relazionale. Organizziamo corsi di alta specializzazione per diventare operatori di IAA e corsi universitari; organizziamo e partecipiamo a convegni e seminari in ambito nazionale e internazionale. Parlare di questo argomento in maniera seria e basata sulla pratica, confrontarsi con chi fa la stessa cosa, permette una crescita personale, collettiva, della comunità multidisciplinare interessata a questo settore e non lascia posto alla pericolosa improvvisazione.
8) Quali sono i fattori più stressanti per il cane e quali accorgimenti attuate per proteggerli?
Rumori forti, ambienti affollati, movimenti improvvisi, odori non conosciuti, mancanza di pause e segnali di disagio non riconosciuti: sono tutti elementi che possono stressare l’animale il quale ha gli stessi diritti di salute dell’essere umano. Per proteggerli, seguiamo protocolli rigorosi: formazione specifica del coadiutore, valutazioni comportamentali e veterinarie continue, rispetto dei tempi e delle necessità dell’animale, supervisione veterinaria costante. Il benessere del cane è parte fondamentale del nostro metodo.
9) Cosa si intende per “servizi assistiti con gli animali”?
Si tratta di attività strutturate e continuative in cui la presenza dell’animale è inserita in un contesto educativo, sanitario o sociale. Sono progettati in base a obiettivi condivisi con le strutture ospitanti e prevedono monitoraggio, valutazione degli esiti e lavoro in équipe multidisciplinare.
10) Antropozoa è l’unico organismo italiano accreditato da ISAAT. Quali caratteristiche bisogna avere per ottenere tale riconoscimento?
ISAAT (International Society for Animal Assisted Therapy) richiede il rispetto di standard elevati in termini di formazione, ricerca, benessere animale e qualità degli interventi. L’accreditamento è concesso dopo un’analisi dettagliata delle competenze del team, dei protocolli operativi, della documentazione clinica e dell’impatto degli interventi. È un riconoscimento di eccellenza a livello internazionale.
11) Cosa avviene all’estero? Nella ricerca, nella clinica, nei protocolli quali sono gli ambiti maggiormente studiati al momento?
A livello internazionale si stanno approfondendo gli effetti degli IAA su disturbi del neurosviluppo, patologie croniche, salute mentale e in ambito oncologico. La ricerca si concentra sull’evidenza scientifica degli esiti, sul benessere animale e sull’integrazione degli IAA nei protocolli clinici. I paesi più attivi sono Stati Uniti, Canada, Germania, Svizzera e Giappone. Ma anche in Italia ci stiamo dando molto da fare e negli ultimi anni abbiamo percorso passi da gigante, anche grazie alla stima che stiamo ottenendo a livello internazionale e che ci permette un confronto costruttivo con i colleghi oltre frontiera.